Intervista a Kairøs sul nuovo singolo “Fisso in studio” ft. A-L
- Redazione
- 5 ago 2022
- Tempo di lettura: 2 min
ECCO L'INTERVISTA COMPLETA A KAIRØS PER IL SINGOLO, FUORI DAL 5 AGOSTO Realizzata da KYA

Ciao Kairøs! Prima di tutto, parlaci un po’ di te e magari di come ti sei avvicinato alla musica.
R: Ciao sono Gabriele Musardo, in arte Kairøs. Per il momento ho 22 anni (ne compirò 23 il 12 agosto). Sono di Galantone, un piccolo paese della provincia di Lecce, in Puglia. Un po’ per gioco, in tenera età, ho iniziato a suonare la batteria, per poi gradualmente iniziare a studiare musica in maniera più sistematica, avendo frequentato, oltre alle innumerevoli lezioni private dei vari strumenti, anche il liceo musicale.
In questo singolo, assieme ad A-L, esprimi il tuo disprezzo per la società e le sue chiacchiere, ma c’è qualcosa che invece salveresti, qualche aspetto positivo della società di oggi?
È proprio la diversità, che molte persone criticano e demonizzano, ad essere l’aspetto che più mi piace del mondo in cui viviamo, che inizia ad essere sempre più multiculturale. Difatti ci sono tantissime altre persone che vedono in essa un valore e un modo per arricchirsi. Ammiro soprattutto la forza di volontà che anima queste persone a non mollare, a sentirsi libere di esprimere se stesse, ad essere uniche, in sostanza amo la resilienza.
"Sono sempre stato escluso dalla società, è un brutto posto dove fanno solo bla bla bla"
Nel brano parli anche di “cancellare tutto”: ti è mai successo davvero mentre scrivevi un pezzo? E se sì, è sempre stato perché non piaceva a te o perché avevi paura che potesse non piacere agli altri?
Sì, è successo davvero di scrivere o comporre qualcosa che poi ho cancellato, ma questo non succedeva perché pensavo al possibile giudizio degli altri, ma perché il lavoro fatto non mi soddisfaceva a pieno, essendo io autocritico, a volte anche troppo. Questo mi porta molto spesso a rifare i brani tante volte. Esempio perfetto è proprio “Fisso in studio” che ho iniziato a comporre lo scorso settembre.
Il titolo fa già intuire dove tu voglia arrivare: ti è venuto in mente subito o mentre scrivevi?
Il titolo è nato in corso d’opera ma in realtà è merito del mio collega/amico Zeno, che mi ha fatto notare quanto sarebbe stato figo sentir dire dalla gente “Metti: fisso in studio”. È un titolo che suona bene ed entra in testa perché è facile da ricordare.
"E parto a razzo per non vedervi più, arrivo a metà strada e torno, ho avuto un deja vu"
Al di là della tua stessa esperienza, hai qualche fonte di ispirazione per la tua musica?
Ho molte fonti di ispirazione di vari generi: a partire dal metal, al post-rock fino ad arrivare al rap. Questo spiega la diversità dei miei brani ed anche la difficoltà a rispondere quando qualcuno mi chiede a quale genere appartenga la mia musica.
Cosa speri per il futuro? Dove ti auguri che arrivi la tua musica?
Spero che la mia musica possa arrivare a quante più persone possibili. Inoltre sono al lavoro con un EP che spero possa concretizzarsi entro la fine di quest’anno. Ho anche in mente alcuni ft da fare con artisti della Red Owl Records e altri invece già registrati e pronti per essere mandati in studio per il Mix e il Master. E poi chissà cosa riserverà il futuro…
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