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Due Chiacchere Con Riccardo Ruiu, La Sua Musica Resta Per Sempre.......

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 20 nov 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel mese di luglio è uscito su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Riccardo Ruiu “Che ridere Presidente”, oggi ci racconta un po di curiosità sul nuovo singolo

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Ciao presentati ai lettori del magazine

Salve, un caro saluto a tutti i lettori di Indipendent Magazine, io sono Riccardo Ruiu, sono sardo ma vivo a Berlino, e mi presento in veste di cantAutore, cioè sia come cantautore che autore di testi.

Com’è nata la passione per la musica?

La passione per la musica è qualcosa che ho sempre avuto dentro, e a dire il vero sono sempre stato un ottimo ascoltatore, prima di iniziare a comporre in proprio. I maestri che mi hanno ispirato sono stati in primis i grandi cantautori nostrani, da De Gregori a Guccini, da Vecchioni a De Andrè tanto per citare alcuni, anche se hanno avuto un grande influenza sul mio modo di scrivere anche altri grandi miti della scena internazionale come Leonard Cohen, Bob Dylan e Bruce Springsteen. I miei primi scritti sono stati invero testi poetici, poi un giorno ho provato a mettere in musica uno di questi componimenti con un semplice accompagnamento di chitarra. Da lì è nato il mio percorso artistico, culminato con la pubblicazione nel 2010 del mio primo album “È l'amore”.

Parlaci del tuo nuovo brano, magari entrando più nello specifico, com’è nato…

Il mio ultimo brano “Che ridere Presidente” nasce con la volontà di evidenziare e denunciare i malanni e le incongruenze che affliggono la società attuale italiana a ogni livello, sia sociale, politico che economico, e già dal titolo si può intuire il suo contenuto fortemente ironico nonché sarcastico. Sebbene a una prima lettura la canzone si presenti giocosa e sbarazzina, essa sottintende invece una critica aspra, a tratti caustica alle anomalie dell'attualità, con la figura simbolica del presidente come referente politico delle suddette critiche. La canzone è quindi un richiamo esplicito al senso di responsabilità e presa di coscienza dell'importante ruolo svolto dal rappresentante politico.

In cosa ti ha cambiato musicalmente il lockdown ?


Quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti?

Il lockdown è stato un periodo che ha purtroppo penalizzato tutte le categorie, e il mondo della musica non ha fatto eccezione, anzi forse è stato una delle più danneggiate in questo senso. L'impossibilità di non potersi esibire ha sicuramente generato un sentimento di frustazione negli artisti, anche se è stato un periodo nel quale, almeno personalmente, si è capito ancora più a fondo il significato della parola libertà in tutti i suoi aspetti. Però a essere sinceri, in generale è stato un periodo che ha rappresentato un condizionamento mentale oltre che fisico, e questo ha probabilmente influito negativamente sulla capacità creativa e compositiva.

Saluta i lettori e dedica a loro un brano famoso, che ha caratterizzato il tuo percorso artistico

Ai lettori dedico “Lettera” di Guccini, un capolavoro poetico del grande maestro emiliano.

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