Intervista a Giulia Barbara Pagani per il nuovo singolo "Tick Tock"
- KYA
- 17 feb 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 feb 2023
Ecco l'intervista completa all'artista in occasione del suo ultimo singolo, in radio dal 10 febbraio

MA PRIMA...
Ecco qualche info sull'artista e sul singolo: Giulia Barbara Pagani nasce a Desio (in Lombardia) nel 1994 e si appassiona sin da piccola alla musica. Dopo una triennale in Comunicazione Interculturale, Giulia prosegue con una magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo, inoltre viene selezionata per frequentare il primo anno di Musicologia alla Sorbona di Parigi, città in cui vive tutt'ora e in cui si iscrive a una seconda magistrale, Industrie Culturali Francia-Italia. Inoltre, si dedica da anni alla scrittura di brani, soprattutto pop e R'n'b, ma anche rap. SEMBRA SIA STATO TUTTO COSÌ FACILE, VERO? BEH, INVECE NO, E GIULIA CE LO SPIEGA. Questo suo ultimo singolo, infatti, parla di quanto sia difficile vivere in una società che mette sempre più pressione e che sembra avere dei tempi "standard" per raggiungere certi obiettivi, tempi che spesso si ritrovano a essere completamente diversi da quelli personali, di ognuno di noi. Vi consiglio davvero di ascoltarlo, io stessa, da studentessa universitaria, mi ci sono ritrovata parecchio. Ma ora vi lascio all'intervista, buona lettura!
Partiamo dal titolo del brano: cosa rappresenta? Ti è venuto in mente per primo o dopo aver scritto il testo?
Il titolo, Tick Tock, è il cuore del brano, il rumore dei rintocchi del tempo che passa, l'ansia e la pressione che deriva dal dover performare sempre e sempre più.
Mi è venuta l'ispirazione in fase di registrazione. Non avevo ancora un nome del brano e, registrando, ho iniziato a fare delle "sporche" dicendo appunto "tick tock", per separare un verso dall'altro. Da qui il nome della canzone.
Vuoi dare un messaggio in particolare a chi ascolta il tuo singolo? Magari una sorta di supporto a chi si sente addosso tutta la pressione?
Purtroppo siamo in molti a subire questa pressione. Non siamo liberi di seguire i nostri ritmi ma siamo forzati in quelli tossici di una società volta al consumo, che non si cura abbastanza della salute delle persone che ne fanno parte.
Il mio invito è, dove possibile ovviamente, di opporsi con gesti concreti, prendendosi le proprie libertà, e di cercare di costruire un ambiente attorno a noi che vada in questa direzione.
Anche semplicemente smettendo di giudicare ed essendo più comprensivi verso chi ha ritmi diversi dai propri.
"Io lo so che È successo anche a te L'ansia del risultato"
Tu hai alle spalle un ricco percorso di studi: ti è mai successo di provare le sensazioni di cui parli nel brano proprio mentre studiavi (visto che succede a molte persone)?
Purtroppo sì.
Ho sempre lavorato durante i miei studi, proprio per potermi permettere di studiare. Cosa che non è per nulla semplice.
Avevo la pressione del Dovermi laureare in tempo, sia per l'aspetto economico, sia per l'aspettativa della società del "non essere in ritardo rispetto agli altri".
Sarò sincera però, sebbene abbia scritto il brano in maniera generale, la pressione maggiore che io abbia mai ricevuto è arrivata dal mondo del lavoro.
È incredibile la quantità di gente con la quale ho parlato che si è ritrovata almeno una volta in situazione di burnout causa lavoro, me compresa in questo momento.
E con burnout non voglio dire "un periodo stressante", ma un vero e proprio esaurimento con tutte le possibili conseguenze.
Ascoltando la canzone ho avuto l'impressione che il sound rispecchiasse il testo, nel senso che il tempo, in certi punti, viene come alterato, e questo è ciò che percepiamo spesso nella vita frenetica di oggi: sono sulla strada giusta o tu avevi un'altra idea?
Esattamente questo. Volevo trasmettere con tutti gli elementi del brano il mio messaggio.
"La società corre Lei ti vuole al passo Io me ne distacco"
Come hai già fatto in altri singoli, unisci più lingue, in questo caso italiano e inglese. Il fatto di scegliere proprio l'inglese ha un perché o è stato più qualcosa di impulsivo?
Per la scelta della lingua, dipende molto dalla musicalità del brano e da cosa penso ci stia meglio.
Mi piace unire più lingue perché questa è la mia quotidianità. Parlo praticamente ogni giorno in italiano, francese, inglese e spagnolo, per lavoro e vita privata.
Il sound che voglio dare al brano ispira la scelta della lingua o delle lingue che andrò ad utilizzare.
Hai già in mente altri singoli o progetti dopo questo?
Moltissimi.
Non voglio spoilerare troppo ma uscirà tra non molto il mio primo brano come interprete. Questo verrà seguito dal un brano invece scritto da me, al quale tengo particolarmente.
Quest'anno sarà un susseguirsi di musica e non vedo l'ora di condividerla.
"They tell you that That's how it has to be"
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