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Intervista a Benna Mc per il nuovo singolo "Cuffie"

  • Immagine del redattore: KYA
    KYA
  • 22 set 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 26 set 2022

ECCO L'INTERVITA COMPLETA A BENNA MC PER IL NUOVO SIGOLO "CUFFIE", IN RADIO DAL 16 SETTEMBRE 2022! Realizzata da KYA


MA PRIMA...

Ecco una piccola introduzione all'artista e al singolo:

A chi non è mai successo questo? Giornata pesante, il mezzo pubblico di turno super affollato, i pensieri che girano in testa... e loro, la nostra salvezza: le cuffie. In un attimo, ci ritroviamo catapultati in un mondo diverso, differente da quello di prima "solo" perché siamo noi a scegliere una traccia che ci accompagni ad affrontarlo e che ce lo faccia vivere, almeno per un po', come vogliamo viverlo noi.

Questo è in sintesi il senso di "Cuffie", scritto da Benna Mc, artista modenese, classe 1981, con una lunga esprienza nell'ambito musicale, essendo stato membro di diverse band prima di proseguire, nel 2016, con la carriera da solista. Il brano è scritto in collaborazione con il cantautore e musicista Nicholas Manfredini e prodotto da Mirino.


Ciao Benna! Partiamo subito da questo nuovo singolo, come ti è venuta l'idea?

Scrivere questo pezzo è stato naturale. Mi piace scrivere di musica. Era un periodo

abbastanza caotico della mia vita e il mondo intorno alzava la voce e faceva un

chiasso terribile. Così mi sono fisicamente comprato un paio di cuffie nuove, grosse,

insonorizzate. Quando le ho guardate mi è venuta l’idea per il pezzo e volevo

descrivere come si vede il mondo quando non ha i rumori, perché si sente solo quello

che esce dalle cuffie, ovvero quando si sente solo quello che tu vuoi che si senta.

Mi sono immaginato su un treno, ad osservare quello che succede intorno e la storia

era fatta.

Però non era abbastanza, ci voleva una strumentale potente, che rendesse il senso

della forza della musica e come sempre Mirino è andato oltre ogni mia più rosea

aspettativa.

Infine serviva un ritornello che avesse un mondo dentro e parole semplici. Nicholas

Manfredini è in grado di leggere quello che io voglio esprimere e trasformarlo in

melodia. Quello che è il risultato non sta a me giudicarlo, io sono di parte, ma è una

delle mie canzoni più riuscite, mi riempie di sensazioni forti e contrastanti e il fatto

che ci siamo tutti e tre dentro ne è il valore aggiunto. Senza di loro non sarebbe stata

la stessa canzone.

Ad un certo punto, nella canzone, parli di qualcuno (o qualcosa), di che si tratta?

Sul bridge del brano parlo alla musica stessa. Non sono nuovo a rivolgermi a lei con

adorazione e quindi riprendo il concetto di “Santa Musica”. Se la musica è Dio, in

questo caso le cuffie sono il suo intermediario, diciamo la chiesa. Senza voler essere

profano, ma credo che la metafora regga benissimo.

Mi permetto di dire che la similitudine finale sia quella più riuscita. Grazie alle

cuffie, in questo caso, grazie alla musica che ci passa in mezzo, posso, quando voglio,

non sentire più niente, un po’ come il cuore di un soldato che ha combattuto troppe

guerre, anche se ovviamente c’è il gioco di significato nel verbo “sentire”.

"Voglio un volume che salga e che non cali più, come il volume dell'alcool dentro al Malibù"

Sai come si dice: non capisci il valore delle cose finché non sono assenti, quindi

ti pongo la fatidica domanda: ti sei mai scordato le cuffie? Com'è stato? :)

La musica c’è sempre, anche quando non si hanno le cuffie. C’è sempre qualcosa che

riporta alla musica. Recentemente ho letto di un artista che ha trasformato in canzone

il suono dell’antifurto di un’auto sotto casa sua. Io sono quello che canta stonato in

macchina mentre guida, che invento canzoncine stupide mentre cambio il pannolino a

mio figlio per farlo stare buono, che durante un discorso serissimo si ferma per

appuntarsi sul telefono una frase o un concetto. A volte la mia compagna ed io stiamo

parlando e ad un certo punto lei si ferma e mi dice “stai pensando a chiudere una

rima, vero?”.

La musica è lì, anche quando non si sente. Torniamo al paragone con la religione,

non c’è bisogno di una sua manifestazione per credere in lei.

Mi è stato condiviso questo pensiero di recente e, visto che ci siamo, volevo

chiederti cosa ne pensassi: ci sono canzoni che vorresti far ascoltare al mondo intero

e altre che invece hanno la loro magia soltanto in cuffia, da solo.

No io non credo. Ogni volta che esce un mio pezzo vorrei che fosse “Yesterday”, ma

non importa se non lo è, il gesto di fare musica è una mia necessità e la assolvo nel

momento in cui lo faccio, non nel momento in cui gli altri si accorgono che l’ho fatto.

Mentre, se parliamo delle canzoni in generale, io credo che le canzoni che il mondo

dovrebbe ascoltare, i dischi che tutti almeno una volta dovrebbero sentire,

indipendentemente dai gusti musicali, spesso siano proprio quelli che sarebbero adatti

ad essere vissuti da soli.

Mi spiego: non importa se non ascolti hard rock, ma “Appetite for distruction”

almeno una volta lo devi ascoltare. E questo è solo un banalissimo esempio, ci sono

dozzine di dischi che le persone dovrebbero conoscere.

"Mi piace vivere in un tempo lontano, ovattato, sentire il peso dei confini che ho varcato"

Per le tue canzoni in generale, ti ispiri ad altri artisti (magari a qualcuno che

passa per le tue cuffie)?

Certamente, come tutti credo. E spesso sono artisti diversi, che cambiano negli anni,

nei mesi, spesso anche nelle settimane.

Nel 2022 ad esempio sono usciti 3 dischi in pochi mesi di artisti che mi ispirano

sempre tanto e sono “Cori da sdraio” di Dutch Nazari, “Nei sogni nessuno è

monogamo” di Dargen D’Amico e “Pornostalgia” di Willie Peyote.

Ma poi l’elenco è lunghissimo. Nicholas ad esempio mi ha contagiato con i Pinguini

Tattici Nucleari e credo che Riccardo Zanotti sia una penna davvero invidiabile.

Mi piacerebbe imparare ad essere più visionario però nella scrittura, quasi surrealista

alle volte e quando cerco questo tipo di ispirazione il primo nome che mi viene in

mente è Mannarino.

Hai altri singoli o progetti a cui stai lavorando? Si può fare un piccolo spoiler?

Come dico sempre, io che sono vecchiotto, sono legato a progetti che non siano mai

isolati ma che si raccolgano nel concept di un disco e quindi si, c’è un progetto di un

disco nel 2023.

“Cuffie” è il terzo singolo uscito, ce ne sarà un altro e poi via con l’album.

Non mi piace fare spoiler, ma posso dire che, dopo “20x2” in cui ho raccontato in 20

canzoni tutto di me per rivivere i miei primi quarant’anni (l’album è uscito il giorno

del mio compleanno, ad ottobre 2021) adesso sto lavorando ad un progetto che tratta

storie e momenti, mi sono ributtato sullo storytelling che amo moltissimo, anche se

per gusto personale scrivo praticamente sempre in prima persona.

Il secondo ed ultimo spoiler che faccio è che il titolo dell’album viene da un concetto

bellissimo e la title track contiene quella che credo essere la quartina più bella che io

abbia mai scritto.

Ma non ve la rivelerò ora.

"E involontariamente mi aiuti ad essere clemente verso tutta questa gente che mente"

Ti piace questo artista? Sulla page Instagram @ho.qualcosa.da.dire trovi anche la recensione di un altro suo singolo, "Il pesce rosso"! Cosa aspetti? Non puoi sbagliare, è l'account verde pastello ;)


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