Intervista a Joshua McFarrow de Gli Incubi di Freud per il nuovo singolo "E poi non ridi più"
- KYA
- 19 gen 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Ecco l'intervista al cantante della band in occasione dell'ultimo singolo del gruppo, online e in radio già dal 15 dicembre 2023

MA PRIMA ...
Ecco qualche info sulla band e sul singolo:
Gli Incubi di Freud sono una distopia solita e cooperativa di alternative talkative rock. Il "paziente zero" è Joshua McFarrow, di Ripe San Ginesio (MC) (voce, basso, musica, testi, video, idee, crisi esistenziali), mentre gli altri membri della band, sparsi tra vari paesi marchigiani, sono Alessandro Camela (batteria), Andrea “K” Piermarteri (chitarra ritmica) e Massimiliano Camela (chitarra solista). Il gruppo ha questo nome poiché il suo lavoro si basa sulla trasposizione in musica delle esperienze che Joshua ha durante le sedute in studio. La band nasce dalla necessità di fare introspezione pubblica attraverso la musica, che con la sua schiettezza permette di lasciare da parte l'introversione personale.
Questa vocazione del gruppo si nota particolarmente in questo nuovo singolo, infatti E poi non ridi più, attraverso immagini paradossali e ricche di ossimori, descrive il modo in cui la risata sia diventata solo un mezzo per tentare di avere la meglio sugli altri ridicolizzandoli, mentre bisognerebbe recuperare il suo valore genuino di atto spontaneo e contagioso: bisognerebbe tornare a ridere veramente. Adesso vi lascio alle parole di Joshua, che sicuramente vi saprà spiegare meglio di me questo concetto. Buona lettura! :)
Ciao Joshua, iniziamo! Qual è stato il momento preciso, o se vuoi, la situazione, in cui avete avuto l'idea per questo singolo?
Questa è stata una di quelle canzoni a gestazione lunghissima, perché tra la composizione della musica e la scrittura del testo, è passato molto tempo di indecisioni varie. Poi per puro caso mi imbatto in un mio vecchissimo post di Facebook, in cui avevo praticamente scritto il proverbio riveduto e corretto contenuto nel ritornello, e all'improvviso sviluppo tutto il testo col preciso intento di creare qualcosa di parodistico, paradossale, dicotomico.
Il titolo vi è venuto in mente subito oppure è arrivato durante o dopo aver già creato il brano?
Il titolo, una volta scritto il testo, è stata una semplice deduzione molto didascalica. Si sa che i titoli devono avere immediatezza ed impatto, e quel "E poi non ridi più" l'ho trovato ovviamente molto connesso al testo. Una minaccia allegra che avrebbe sicuramente catturato l'attenzione sin da subito.
"Dal mondo m'hanno diviso Sono il gemello inviso alla buona società Una risata vi seppellirà"
Ti va di spiegare cosa rappresenta esattamente il proverbio che viene storpiato nel ritornello, visto che rispetto alle strofe crea un'immagine più complessa?
Non credo ai proverbi, è come se fossero gli oroscopi fatti dal popolo. Proprio come gli oroscopi ognuno dà la sua interpretazione a quelle vaghe previsioni di futuro. Storpiare quell'adagio popolare è stato rendere giustizia, dare una dimensione reale, quasi scientifica e spendibile per tutti, a quel proverbio. Una trasposizione un po' cinica per dire "fate caso a quante occasioni state perdendo per ridere di gusto".
Ora avrei qualche un paio di domandine sul video: direi di partire dai panini, che sono un po' l'elemento chiave, tanto da essere anche in copertina. Come avete avuto l'idea per la scena dell'entusiasmo "inversamente proporzionale" rispetto al panino?
L'idea dell'entusiasmo inversamente proporzionale nel ritornello, con i panini di diversa consistenza, era stata ben pianificata nella sceneggiatura. Il contrappasso, il controintuitivo sono mezzi molto forti per rafforzare un concetto. E, il nostro Andrea K, per sua natura, era l'interprete ideale a sorridere del nulla in suo possesso. Più casuale invece è stata la realizzazione della copertina con i panini protagonisti della scena. Per questa devo ringraziare il buon occhio fotografico di Pierpaola Reato, che ha realizzato le bellissime foto del backstage durante le riprese del videoclip.
Suggerimento ai lettori da Kya: c'è un riferimento divertente nei titoli di coda del video ;)
"Chi ha il pane Ha il companatico marcio Chi ha i denti Mangia solo minestra Ride sotto a baffi finti"
Passiamo alla scena della slot machine: ho notato che nelle varie combinazioni si alternano sorrisi abbastanza evidenti a volti che invece sono tutt'altro che sorridenti, mentre nel tris vincente il volto sembra avere un sorriso appena accennato (o forse nemmeno quello). Immagino che questa scelta non sia dovuta al caso...
Ad Andrea, il titolare della birroteca che fa scattare il jackpot nella slot, avevamo chiesto il sorriso più esagerato possibile per rendere chiaro l'evento della vincita. Il fatto che invece non abbia fornito la sua migliore perfomance odontoiatrica, si allinea ancora di più al senso della canzone. Quindi un po' per caso, ma si è trattato di un evento fortuito che rafforza ancora di più il messaggio della canzone.
Ultima domanda: quale messaggio volete dare in breve attraverso questo singolo?
Ridere è un gesto di condivisione bellissimo, che dovrebbe essere più spontaneo, meno costruito. Dovrebbe estendersi anche come cortesia e grazia con gli sconosciuti, si dovrebbe sempre più "ridere con" e non "ridere di". Nei social ormai è quasi prassi deridere, cosa che poi difficilmente trova controparte nel mondo reale. Dal vivo prevale la diffidenza. "E poi non ridi più" vorrebbe rimettere la risata al centro del villaggio.
LINK BAND
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