Intervista a Sugan per il suo nuovo singolo "When Your Tears Come Dry" ft. Arvenige
- KYA
- 15 dic 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Ecco l'intervista completa all'artista in occasione del suo ultimo singolo, online e in radio dall'8 dicembre 2023

MA PRIMA...
Ecco qualche info sull'artista e sul singolo:
Matteo Sugan, in arte Sugan, classe 1992, è originario della provincia di Como e ha alle spalle una lunga formazione musicale, passando dal Conservatorio a vari corsi all'Università Cattolica e al SAE Institute di Milano. Dal 2020, inizia a pubblicare le prime canzoni in inglese, autoprodotte e raccolte nell'album "Year After". Ora Sugan prosegue la sua produzione collaborando con vari artisti, tra cui Arvenige, la giovane artista emergente che è la voce di questo suo nuovo singolo.
"When Your Tears Come Dry" parla di quella sensazione di avere un assoluto bisogno di piangere, ma di non poterlo fare, perché ci si trova in un contesto che non è adatto. Il messaggio del testo è molto profondo, infatti la voce della cantante rappresenta una sorta di "amica", una persona in mezzo a tutte le altre che riesce a capire il nostro stato d'animo e che ci convince a lasciarci andare. Il tutto è accompagnato da un sound semplice e puro, in cui il pianoforte è il protagonista. Ma ora vi lascio alle parole di Sugan, buona lettura!
Ciao Sugan, iniziamo! Come hai avuto l'ispirazione per questo singolo? Nasce più da una riflessione o da un momento concreto della tua vita?
Il tema di questa canzone è il pianto sia in senso generale, ossia come moto emotivo di sfogo, sia come momento puntuale. Anche io, come molti altri, ho vissuto quel senso di soppressione del pianto che sta per travolgermi e ho voluto riportarlo in questa canzone descrivendo la situazione per come viene vissuta: in quel momento, vorremmo solo abbandonarci alle lacrime, cerchiamo uno sguardo che sappia indagarci dentro, che colga il nostro dolore, eppure ci controlliamo perché tutto ciò che sta fuori da noi va avanti senza interferenze e non intercetta il nostro dolore: a quel punto, arriva quel qualcuno che ci capisce, che ci riconosce e che ci accompagna in quel momento di sconforto, che non ci dice di evitarlo, non mente dicendo che “va tutto bene”, ma al contrario ci dice di riconoscere quell’emozione e di viverla, di lasciarla defluire come l’acqua che strabocca da un vaso che non ha altro da contenere. Volevo fissare musicalmente questo momento, e descriverlo affinché le persone potessero riutilizzarlo nei momenti bui e sapere che non sono sole.
Ho notato che spesso nei tuoi brani affronti argomenti che possono sembrare cupi, quasi dei tabù, ma cerchi sempre di farlo con una certa leggerezza: secondo te è positivo parlare anche di queste cose e diffondere messaggi a riguardo?
Mi capita spesso di scrivere di cose particolari perché cerco sempre argomenti che forniscano un nuovo punto di vista su cose che viviamo quotidianamente e, parlarne apertamente, senza ipocrisie o senza seguire le mode, credo sia fondamentale per normalizzare il tutto. La leggerezza con cui si trattano gli argomenti dipende dalla percezione di ciascuno e serve per ricordare che, come prodotto culturale, questa canzone verrà “usata” dalle persone per i propri bisogni - sociali e personali -. Di tutto questo, mi interessa scrivere canzoni che si pongono nel filone di discografia che hanno estetica e funzioni esplicite, lineari, e spero che almeno in parte si colga questo sforzo di lavoro.
"I see your eyes, gonna let you now See my eyes, gonna let you Fall apart and feel so far that now You won't try to feel better"
Ho visto anche il videoclip di questo singolo: Arvenige sembra proprio parlare direttamente con lo spettatore, siete partiti subito con questa idea o è venuta in corso d'opera?
L’idea di interagire con la telecamera per dare l’idea di parlare direttamente a chi guarda il video è una delle prime scelte che abbiamo fatto in fase di scrittura con Daria Giardino, videomaker che ha collaborato con me e Arvenige, per la realizzazione del videoclip. Questo espediente cinematografico serve appositamente per comunicare la relazione - quasi alleanza - tra Arvenige, ossia colei che assiste chi si trova in difficoltà, e il “tu generico” che ha bisogno di supporto. Il paesaggio urbano rafforza l’idea di abbandono e solitudine, mentre le riprese in interna al pianoforte vogliono suggerire un passato felice e perduto o ancora di più, un futuro sereno da conquistare.
Rispetto ad altre tue canzoni che ho ascoltato, questa mi è sembrata diversa per quanto riguarda il sound: è più melodiosa, più "lenta" direi, a cosa è dovuta questa scelta?
Questa canzone per me doveva mantenersi semplice anche a livello di struttura e accompagnamento. L’intenzione originale era che rimanesse una canzone con pianoforte solo, successivamente ho deciso di aggiungere pochi elementi ritmici e orchestrali come gli archi per creare un climax che coincide con la conclusione del brano. Lo strumento predominante rimane comunque il pianoforte che scandisce il brano con un accompagnamento sempre molto semplice.
"Now I'll stay by your side I'll let you sail right trough the night See you again in the morning light See you again when you're tears come dry"
Siamo alla fine del 2023: ti va di tracciare un bilancio dell'anno per quanto riguarda la tua carriera artistica?
Quest’anno ho avuto modo di collaborare con molti artisti diversi; sono contento di avere allargato la mia rete di collaborazioni e di avere avviato altri progetti che magari rimangono in sordina o avranno un’eco più avanti. Ho preso ancora più consapevolezza delle dinamiche lavorative dietro al mestiere di compositore e produttore del sistema dell’industria musicale, almeno a questo livello.
Invece per quando riguarda il 2024 hai già in mente dei progetti, magari hai già qualche idea per nuova musica?
Per il 2024 pubblicherò sicuramente due singoli con un sound e un carattere allegro e coinvolgente in collaborazioni con nuovi artisti; ne sto ultimando le produzioni in queste settimane. I temi saranno sempre irriverenti e non mancheranno novità anche per la parte di scrittura di musica per immagini, che mi ha sempre affascinato e che ho sempre continuato a realizzare parallelamente alle canzoni pop. Buona musica!
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