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Intervista a Sugan e Giulia Barbara Pagani per il nuovo singolo "Fuel on Fire"

  • Immagine del redattore: KYA
    KYA
  • 21 apr 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Ecco l'intervista completa a entrambi gli artisti, in occasione del nuovo featuring in radio dal 21 aprile


MA PRIMA...

Ecco qualche info sugli artisti e sul singolo:

Oggi abbiamo ben due artisti a raccontarci questo singolo! Matteo Sugan, in arte Sugan, è nato nel 1992 ed è originario della provincia di Como. Dopo un lungo percorso di studi completamente incentrato sul mondo della musica, dal 2020 inizia a pubblicare da indipendente le proprie canzoni, per poi avviare collaborazioni con vari artisti emergenti. Giulia Barbara Pagani è nata a Desio (MB) nel 1994: anche lei compie un vasto percorso di studi, svolto sia in Italia che alla Sorbona di Parigi, città in cui vive tutt'ora. Da anni si dedica a scrivere brani inediti, usando ben quattro lingue diverse.

In questo nuovo singolo, le due personalità musicali si incontrano: nasce una canzone ritmata e coinvolgente, ma che allo stesso tempo ha un significato profondo, molto legato ai concetti di libertà e liberazione. Ma ora lascio la parola agli artisti: prima Sugan vi racconterà un po' com'è nato il brano e gli elementi che ruotano attorno a esso, poi entrambi avranno da dire la loro su alcune cosine. Buona lettura :)





Pronti? Via! Risponde Sugan:

Allora, Da dove è partita l’idea per questo singolo? È nato prima il testo o il sound?

Per Fuel on Fire è nata prima la melodia del ritornello. Era il settembre del 2022 e cercavo di elaborare un brano che puntasse su pochi elementi visivi, poche immagini evocative, “debris of my own”, “ego shuttered on the floor”. Questa manciata di dettagli serviva per ricostruire l’idea di un personaggio che si ritrova per l'ennesima volta scaraventato in una realtà sconosciuta e scomoda. Fin da subito si è delineato il profilo del ritornello col testo “the world is on fire” per indicare l’energia che si libera da questa nuova consapevolezza di adattarsi e trasformarsi, insieme al verso “we’re gonna be the fuel on fire” nonché titolo della canzone, che esplicita che l’energia, il calore e la potenza sprigionati siamo noi nella nostra nuova pelle. Il brano poi fa continui riferimenti agli animali della foresta: leone, pitone, facocero, simboli di una forza e libertà quasi più animalesca e viscerale.


Il video invece com’è nato? Qual è il suo collegamento con il brano dal vostro punto di vista?

Il video descrive sotto forma di racconto il contenuto e la storia della canzone.

Abbiamo scelto di realizzare un racconto che potesse esplicitare cosa vuol dire cambiare, adattarsi e trasformarsi in un contesto allegorico come un bosco, cosparso di indumenti che di volta in volta vengono utilizzati per assumere un nuovo aspetto e adattarsi a nuove circostanze. La protagonista del videoclip, l'attrice teatrale Sara Crimella, interpreta la parte di un personaggio che si ritrova di punto in bianco proiettato in un corpo con nuove sembianze, senza sapere molto di come e quando tutto ciò sia realmente avvenuto. Un po’ una situazione simile a tanti momenti della nostra vita: come ci sono finito in questa situazione? Come sono arrivato a questo?

La protagonista utilizza quel che trova per adattarsi alle varie situazioni, ricoprendosi di indumenti anche solitamente poco compatibili, pur di riuscire ad adattarsi alle situazioni che vive, come il picnic con tè e pasticcini con altre amiche. In realtà, tutti i tentativi di adattamento falliscono finché non capirà che il vero cambiamento parte da dentro; lei dovrà accettare quello che è, e insieme a tutte le altre manifestazioni della sua persona, che si manifestano con le sembianze di altre ragazze con vestiti e caratteri diversi, e dovrà accettare se stessa come parte di un tutto in cui ciascun frammento integra l'insieme.


"I can feel my body has grown I can feel the power inside, right inside of my bones"

Vi siete ispirati a qualche grande artista in particolare per creare questo singolo?

Sicuramente c’è un grande richiamo al mondo di Lady Gaga, anche se la scelta rimane proprio per la necessità di voler rendere la canzone esplosiva e dinamica con suoni elettronici e un basso potente e in continuo movimento.


E ora... intervista doppia!

Il messaggio che date attraverso il brano è molto importante, ma secondo voi sentirsi liberi e allo stesso tempo rispettare gli altri può essere immediato o richiede una elaborazione più lunga?

Sugan: Immagino che in un mondo ideale la libertà di ciascuno occupi esattamente lo spazio ad essa riservato, non sovrapponendosi mai a quella altrui. In realtà, penso che ciascuno di noi nel corso della propria vita sperimenti cosa vuol dire essere libero, ma anche sentirsi impacciato nel tentare di fare ciò che si vuole e allo stesso modo si sperimenta la libertà che diventa consapevole solo quando si è a conoscenza del fatto che non deve prevaricare su quella altrui. Credo sia un discorso molto complesso che ha alla base la percezione di sé e degli altri, e sono sicuro che gran parte del lavoro risieda in un continuo confronto tra le esigenze di tutti. La canzone vuole forse trattare il primo passo di questo processo di scoperta della libertà ossia la constatazione della necessità di cambiare per sentirsi meglio, la rivendicazione di questa scelta quasi liberatoria e la condivisione di questo processo. Cambiare significa anche conoscersi.


"The world is on fire, on fire We're gonna be the fuel on fire"

Giulia Barbara Pagani: Penso che questo processo possa essere immediato per alcuni ma purtroppo non per tutti. Richiede una certa educazione dietro. Nel mio quotidiano cerco sempre di fare attenzione anche solo banalmente alle parole che uso in modo tale da non usare espressioni infelici. Ormai per me è automatico e se per caso scopro che una certa parola può essere interpretata diversamente e rischia fraintendimenti cerco di evitarla o di spiegarmi meglio. Oltre che con le parole, anche le azioni sono importanti, ovviamente. Se si applicasse il principio di "non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" unito ad un "se qualcuno fa qualcosa che non si comprende ma che non fa male a nessuno, non giudicare" saremmo una società più libera che permetterebbe a più persone di sentirsi libere.


La canzone è pensata per un target di riferimento o la vostra idea è di farla arrivare a tutti?

Sugan: Il messaggio che veicola la canzone è sicuramente universale. Sicuramente la canzone, con le sue sonorità elettropop e il richiamo al mondo di Lady Gaga, può essere una discriminante per il tipo di pubblico che la ascolterà. Diciamo che questo tipo di canzone, con la sua forza e energia prorompente, aveva bisogno di sonorità di questo tipo per potersi esprimere al massimo delle sue possibilità. È anche ovvio che si può sempre fare meglio e che ogni canzone rappresenta una sorta di fotogramma del processo di crescita artistica di noi che ci lavoriamo.

Giulia Barbara Pagani: Penso sia un brano nel quale tutti possano più o meno identificarsi, per il contenuto. A livello di stile musicale ovviamente va sul target di genere ma penso sia un brano che possa arrivare a tanti.


Pensate che in futuro potreste realizzare altre featuring o comunque progetti insieme?

Sugan: Questa per quanto mi riguarda è quasi sempre una certezza. Abbiamo collaborato trovandoci affini su molte scelte fatte insieme, e questo è un fondamento con cui si costruisce una collaborazione duratura.

Giulia Barbara Pagani: Assolutamente! Da quando ho sentito la bozza del brano l'ho subito adorato, lavorare con Sugan è stato super piacevole e sono decisamente aperta a collaborare di nuovo!


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