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Intervista Con Marco Galimberti Ci Presnta "Ero solo un Bambino" Il Singolo

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 21 gen 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

"Ero solo un bambino" Il nuovo singolo di Marco Galimberti, andiamo a conoscere meglio cantautore brianzolo


Ciao Marco. Presentati ai lettori,

Ciao a tutti e grazie per l’invito!!! Sono Marco, ho 22 anni e vengo da Ornago in provincia di Monza. Nella vita provo a fare della musica e intanto lavoro anche come operaio in una ditta chimico farmaceutica. Lavoro che mi permette di finanziare il mio progetto musicale. Ho iniziato a fare musica a 15 anni circa quando, insieme a mio fratello ed altri due ragazzi, ho formato la mia prima band: gli Off Topic. Nel 2018 questo progetto è finito ed ho deciso di intraprendere il mio progetto da solista. Nel 2020 ho pubblicato il mio primo EP dal titolo “In Punta di piedi”, poi dalla collaborazione con Patrizia Lieti e Luca Sala sono nati alcuni singoli tra cui “Ero solo un bambino” col quale sono arrivato terzo al Premio Mia Martini e ho vinto il premio per la miglior interpretazione.

Le prime incisioni che emozioni ti hanno dato?

Entrare in studio è sempre bellissimo. Vedere la canzone prendere corpo con le idee che arrivano e migliorano la canzone è la fase che preferisco della produzione.

La soddisfazione di ascoltare poi il prodotto quasi ultimato, una volta finite le registrazioni, è sempre un’emozione grandissima.

Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?

Se parliamo della musica che sto facendo oggi ti posso citare Fabrizio Moro, Ultimo e Cesare Cremonini. Il mio primo amore musicale, invece, è stato Freddie Mercury, dopodiché durante l’adolescenza ho scoperto tutto il mondo del pop-punk californiano che mi ha, di fatto, spinto dentro al mondo della musica.

Parlaci del tuo nuovo singolo “Ero solo un bambino”, com’è nato?

E’ una canzone che è nata circa due anni fa. Ho scritto il testo in una sera in cui pensavo di mollare la mia, seppur breve, carriera musicale. Aver trovato queste parole per esprimere il mio malessere mi ha aiutato a trovare un equilibrio con me stesso e con la musica.

Alla fine del 2020 il testo è arrivato tra le mani di Luca Sala (autore che ha scritto per Emma, Tiromancino ed altri) che ha composto la musica e ha dato vita alla canzone come la conosciamo oggi.

Descrivi il tuo ultimo singolo con 3 parole

Nostalgico. Speranzosa. Liberatoria.

In arrivo ci sarà un album/Ep ora?

Per ora non è in programma. Anche perché la discografia oggi ti spinge sempre di più a “buttare fuori” un singolo al mese piuttosto che un album intero da 15 canzoni. Quello del cd è un privilegio che si possono permettere solo i grandi nomi della musica, per come la vedo io. Certo poi ognuno è liberissimo di fare ciò che vuole, ci mancherebbe.

Però, ecco, per il mio progetto credo valga la pena cercare di spingere i singoli più che un album. Un obiettivo del 2022 è sicuramente quello di far uscire altra musica e cercare di arrivare a più ascoltatori possibili.

Lasciare l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?

Sarebbe sicuramente una bella esperienza, dato che all’estero ci sono, dicono, più possibilità da sfruttare. Poi è sempre tutto un po’ relativo, secondo me. Detto in parole povere, se sei forte, sei forte anche in Italia. E’ vero che forse la trafila per arrivare alle major in Italia è un po’ più lunga e complicata, ma grazie ad internet oggi gli artisti si possono far conoscere anche senza necessariamente essere seguiti da una major.

Se non fossi un musicista saresti?

Per un lungo periodo della mia vita pensavo di diventare un giocatore di basket. Una volta tramontato questo sogno mi sono buttato sulla musica che era il vero sogno nel cassetto.

Oggi collaboro con Radio Cantù per le radiocronache della Pallacanestro Cantù, appunto, ed è una cosa che mi piace moltissimo. Mi piacerebbe continuare quest’esperienza e magari farla diventare un lavoro a tempo pieno.

Saluta i nostri lettori e dedicagli una canzone che ti rappresenta.

Un saluto a tutti i lettori, spero di non avervi annoiato e di avervi tenuto compagnia per qualche minuto. Vi consiglio di ascoltare “Figli di nessuno” di Fabrizio Moro, non ve ne pentirete.


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