Ecco l'intervista completa al "paziente zero" della band, in occasione del loro nuovo EP, uscito il 26 gennaio 2024
MA PRIMA..,
Ecco qualche info sulla band e sul singolo:
Gli Incubi di Freud sono una distopia solita e cooperativa di alternative talkative rock. Il "paziente zero" è Joshua McFarrow, di Ripe San Ginesio (MC) (voce, basso, musica, testi, video, idee, crisi esistenziali), mentre gli altri membri della band, sparsi tra vari paesi marchigiani, sono Alessandro Camela (batteria), Andrea “K” Piermarteri (chitarra ritmica) e Massimiliano Camela (chitarra solista). Il gruppo ha questo nome poiché il suo lavoro si basa sulla trasposizione in musica delle esperienze che Joshua ha durante le sedute in studio. La band nasce dalla necessità di fare introspezione pubblica attraverso la musica, che con la sua schiettezza permette di lasciare da parte l'introversione personale.
"Il vaso di Pandora" è un singolo potente, con un sound dalle sfumature rock, dinamico e altalenante; sa decisamente sorprendere al primo ascolto! Per quanto riguarda il testo, la canzone fa riferimento a due importanti figure della mitologia greca: quella di Pandora, appunto, cioè colei che aprendo il vaso sparse i mali nel mondo, e quella di Prometeo, che rubò il fuoco agli dèi per rubarlo agli uomini. Questo singolo è una delle sei tracce contenute nell'EP "Diastole", che in realtà non è collegato a un altro progetto musicale... vediamo cosa ci racconta Joshua a riguardo!
Ciao Joshua, partiamo dal singolo "Il vaso di Pandora": da cosa è partita l'idea di basarsi su due figure centrali della mitologia greca (Prometeo e Pandora)?
Diciamo che non sono stato così metodico e pianificatore... avevo già scritto le prime righe della strofa, non legate ai due protagonisti, e nemmeno destinate a questa canzone, era del testo libero da vincoli. Si è trattata di un'illuminazione improvvisa quella di associare quel senso di prevaricazione a quello delle due figure mitologiche di questa canzone, a seguito di una vicenda personale che mi ha visto subire le angherie di una infida "Pandora".
Il lancio del bouquet citato nella strofa, lo Sziget Festival del 2013 andato a finire malissimo, mi hanno acceso questa scintilla; un uomo già sofferente di suo costretto a subire anche dei capricci della sua amata, sarebbe stato un ottimo Prometeo da accostare ad un ammodernamento di Pandora.
Il sound della canzone mi è sembrato molto incostante, vario: nasce più da una sperimentazione o da qualcosa di studiato?
Discostarmi dal prevedibile, dalla linearità per me non è ricerca e studio, è un'attitudine innata. Non lo dico come vanto, faccio fatica a seguire certi canoni perché non l'ho mai fatto in nessun ambito. A me sono sempre suonati lineari quei cambi di tempo, perché il fine era proprio stabilire due nettissimi cambi di atmosfera e prospettiva in una sola canzone. Un prima, un durante, un dopo che sancissero un tentativo di riscossa però fallimentare.
"Rubalo e saremo immortali e onnipotenti, Tu che conosci i segreti dell'Olimpo, sai dove lo nascondono, sai perché lo difendono Voglio il fuoco degli dei."
Ora passerei a parlare dell'EP, visto che ho già trattato separatamente più singoli che sono al suo interno. Vorrei sapere cosa sta dietro al suo nome (e a quello di "Sistole", il lavoro precedente, che ho visto che tu hai definito come suo "gemello").
Sistole si apre con la "Ta", traccia di synth rock energica e dinamica, Diastole si chiude con "Tum", sperimentazione Trip Hop. Tra questi due estremi si dipanano i due EP gemellati, le due fasi del battito cardiaco.
Questo per me simboleggia quanta vita a volte ci celi anche dietro alle cose apparentemente più semplici.
Nel nostro caso un singolo "Ta-Tum", un solo battito di cuore, ha ospitato dodici brani, dodici storie.
Su cosa è basata invece la scelta della copertina dell'EP? È un collegamento a qualcosa di specifico?
Gli artwork sono curati da Paolo EW83 Petrelli, illustratore e mio amico, a cui ho dato carta bianca, ma che ha colto immediatamente il messaggio dicotomico che volevo veicolare. In "Sistole" c'è la sensibilità umana oppressa da un mondo sempre più esigente, veloce, fagocitante. In "Diastole" c'è la redenzione e la salvezza, ma a salvarsi non è stata l'umanità ma l'impeto disumano (badate bene, non la tecnologia) rappresentato dal droide che si gode la rinvigorita natura. Non è una critica alla tecnologia, la tecnologia non è buona o cattiva intrinsecamente, dipende dall'uso che se ne fa, quindi è una sottile critica allo svilirsi dei rapporti umani.
"Pandora, nei suoi occhi c'è paura, le spira in faccia il soffio di vita crepe nel vaso senza sutura, Pandora."
Avete [o hai, se dai solo la tua risposta] una traccia "preferita" di questo EP, magari una a cui siete particolarmente legati?
Essendo noi della vecchia scuola dove gli album costituivano un'unità meno scindibile, possiamo dire che apprezziamo, e vorremmo venisse apprezzata, l'interezza di questa opera, che l'ascolto goda d'attenzione per tutti i 28 minuti di Diastole.
Possiamo però dire che ci sono preferenze individuali sull'esecuzione dal vivo di alcuni pezzi piuttosto di altri. L'intro di Pandora ci causa un bel fremito, come anche quello di Leader Carismatico, e il bridge di E poi non ridi più... ma non c'è una traccia in particolare che preferiamo. "Vuoi più bene a mamma o papà?" Impossibile scegliere!
Avete già in programma altri album "fratelli" di "Diastole" o adesso puntate su altro?
Questo sarebbe uno spoilerone clamoroso... possiamo dire che c'è l'ipotesi di un "cugino scemo" di Sistole/Diastole, piuttosto che un "fratello" vero e proprio, ma è ancora in forse come scrittura e progettualità. Ci sono poi progetti extra-musicali in cantiere, sempre affini all'universo semantico de Gli incubi di Freud, delle furbate per prendere tempo in vista di un full lenght? Ho già detto troppo mi sa! :)
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